Marietta Crivelli Torricelli partecipò con generosità alla mobilitazione di donne di estrazione borghese che, durante il primo conflitto mondiale, garantirono vari servizi alla comunità, tra cui mense, ritrovi per militari e ricerca di fondi per le iniziative a favore dei soldati e delle loro famiglie. Fu in prima linea nell’attivazione delle “Case del soldato” e, durante il conflitto, divenne presidente della sezione ticinese della Società svizzera per il Bene del soldato, carica che continuò a ricoprire fino al 1922. Al termine della guerra il Governo federale la chiamò a far parte del Consiglio di fondazione del “Dono nazionale svizzero”. Inoltre, sempre nel 1919, le venne affidata la direzione della sezione ticinese di un’associazione per l’assistenza agli Svizzeri bisognosi negli stati belligeranti. La sezione, con sede a Lugano, fu soprattutto incaricata di accompagnare i bisognosi rientrati in patria, finché non avessero trovato lavoro.

Il monumento ai caduti ticinesi della prima guerra mondiale (Bellinzona, Via Dogana).

Pubblicazione a puntate del romanzo di Edward Stilgebauer sul “Giornale del Popolo” (10 giugno 1918).

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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