«Nessuno è uscito dal Lager così come vi era entrato. Portammo con noi nella nostra nuova vita ferite fisiche e psichiche. Eppure, se ripenso a tutto quanto ho vissuto di spaventoso, qualcosa di positivo mi è rimasto, malgrado le circostanze contrarie ad ogni dignità della persona; in una situazione di stress continuo e di enormi pressioni, molti di noi fecero grandi cose. Si cresce interiormente, si diventa più forti e si impara una volta per tutte a distinguere ciò che è importante da ciò che non conta. E chi, come me, ebbe la grazia di incontrare la bontà umana e vera camerateria – come soltanto in una simile circostanza è possibile sperimentare – porta con sé per sempre un vero tesoro nella memoria» (Federica Spitzer, “Anni perduti”, 139)
La via di Lugano, nel quartiere di Breganzona, dedicata nel 2016 alla memoria di Federica Spitzer.
Intervista di Guido Ferrari a Federica Spitzer, nell’ambito della trasmissione «Falò» (RSI) andata in onda il 28 marzo 2002.
Questo servizio di Paola Ceresetti andò in onda il primo aprile 1997 al «Telegiornale» (RSI).