«Nessuno è uscito dal Lager così come vi era entrato. Portammo con noi nella nostra nuova vita ferite fisiche e psichiche. Eppure, se ripenso a tutto quanto ho vissuto di spaventoso, qualcosa di positivo mi è rimasto, malgrado le circostanze contrarie ad ogni dignità della persona; in una situazione di stress continuo e di enormi pressioni, molti di noi fecero grandi cose. Si cresce interiormente, si diventa più forti e si impara una volta per tutte a distinguere ciò che è importante da ciò che non conta. E chi, come me, ebbe la grazia di incontrare la bontà umana e vera camerateria – come soltanto in una simile circostanza è possibile sperimentare – porta con sé per sempre un vero tesoro nella memoria» (Federica Spitzer, “Anni perduti”, 139)

La via di Lugano, nel quartiere di Breganzona, dedicata nel 2016 alla memoria di Federica Spitzer.

Intervista di Guido Ferrari a Federica Spitzer, nell’ambito della trasmissione «Falò» (RSI) andata in onda il 28 marzo 2002.

Questo servizio di Paola Ceresetti andò in onda il primo aprile 1997 al «Telegiornale» (RSI).

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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