A seguito della decisione del Consiglio federale di introdurre un visto obbligatorio per i cileni (il che praticamente rendeva impossibile la loro partenza, perché recarsi all’ambasciata per richiedere il visto sarebbe stato troppo pericoloso) si promossero vie di entrata clandestine: grazie a biglietti d’aereo in bianco anticipati da Roberto Malan (un nipote di Rivoir, già capo della Resistenza nelle valli valdesi e all’epoca gerente di un’agenzia di viaggi) i profughi, protetti da ambienti della Chiesa cattolica cilena e giunti a Buenos Aires per vie non note, prendevao il volo per Milano, dove erano attesi da militanti dell’Azione posti liberi e accompagnati direttamente in Ticino (il passaggio della frontiera poteva avvenire in treno, in auto, in barca, a piedi) o accolti temporaneamente presso la comune di Cinisello Balsamo, di cui facevano parte alcuni valdesi, o in Piemonte. Una volta in Svizzera, i profughi presentavano la richiesta d’asilo, in attesa della quale venivano ospitati in molte case private del Ticino o di altri cantoni. Guido Rivoir fu il volto pubblico dell’organizzazione, ma a questa azione solidale parteciparono attivamente, in forme diverse, decine e decine di persone.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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