Nel 1918 una decisione diocesana tolse don Alberti dalla parrocchia di Bioggio per destinarlo al Seminario minore di Pollegio, in sostituzione di don Pietro Berla. Rimase a Pollegio due anni (1918-19), prima di trasferirsi a Bellinzona per insegnare al Collegio Francesco Soave. Nella capitale cantonale iniziò anche a collaborare regolarmente al “Popolo e Libertà”, il quotidiano del partito conservatore. Ovunque don Alberti si rivelò persona capace e decisa, seppur non priva di spigoli: cresceva la sua fama di figura scomoda, indipendente, a tratti persino focosa. Anche per questo, non mancarono motivi di tensione con il Vescovo Bacciarini, sul quale si fecero pressioni per convincerlo a togliere a don Alberti la direzione del “Popolo e Libertà” (medesime pressioni avrebbe subito, più tardi, il suo successore, il Vescovo Angelo Jelmini).

«Sua Eccellenza il Nunzio mi ha detto or ora che ha ricevuto istruzioni anche da Roma e che ha già parlato della cosa con Monsignor Jelmini, vescovo di Lugano. Il quale a sua volta lo ha assicurato che prenderà provvedimenti a carico di don Alberti, al quale procurerà di togliere la direzione del giornale. Prego di considerare questa informazione come confidenziale» (Attilio Tamaro, console italiano a Berna, al governo fascista, luglio 1936)

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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