Nel 1918 una decisione diocesana tolse don Alberti dalla parrocchia di Bioggio per destinarlo al Seminario minore di Pollegio, in sostituzione di don Pietro Berla. Rimase a Pollegio due anni (1918-19), prima di trasferirsi a Bellinzona per insegnare al Collegio Francesco Soave. Nella capitale cantonale iniziò anche a collaborare regolarmente al “Popolo e Libertà”, il quotidiano del partito conservatore. Ovunque don Alberti si rivelò persona capace e decisa, seppur non priva di spigoli: cresceva la sua fama di figura scomoda, indipendente, a tratti persino focosa. Anche per questo, non mancarono motivi di tensione con il Vescovo Bacciarini, sul quale si fecero pressioni per convincerlo a togliere a don Alberti la direzione del “Popolo e Libertà” (medesime pressioni avrebbe subito, più tardi, il suo successore, il Vescovo Angelo Jelmini).
Il Seminario minore di Pollegio, in cui don Alberti insegnò un paio d’anni.
Il Collegio Francesco Soave di Bellinzona nel 1907 (Collezione Borsari-Bottani, Massagno).
«Sua Eccellenza il Nunzio mi ha detto or ora che ha ricevuto istruzioni anche da Roma e che ha già parlato della cosa con Monsignor Jelmini, vescovo di Lugano. Il quale a sua volta lo ha assicurato che prenderà provvedimenti a carico di don Alberti, al quale procurerà di togliere la direzione del giornale. Prego di considerare questa informazione come confidenziale» (Attilio Tamaro, console italiano a Berna, al governo fascista, luglio 1936)
Mons. Angelo Jelmini, vescovo di Lugano, visita un campo di rifugiati italiani nel maggio del 1944.
Mons. Jelmini a colloquio con alcuni internati italiani, maggio 1944.
Lettera di ringraziamento a Mons. Jelmini da parete della Società Israelitica di Soccorso di Lugano (1943).