«Un giorno mio figlio viene a dirmi che era sorto nel Ticino un comitato per sostenere i perseguitati cileni, aveva bisogno di me; avevo aderito a quel comitato, sorto col motto “posti liberi per un cileno”, cioè disponibilità di accogliere per tre mesi un profugo. Mi pareva essere mio dovere, conoscendo l’idioma ed essendo di cuore con i perseguitati, di accogliere in casa chi giungesse dal Cile, una o due persone» (Guido Rivoir, “Le memorie di un valdese”, 171)
Il periodico di informazione del Comitato ticinese di sostegno alla resistenza cilena, al quale Rivoir collaborò attivamente con lettere e articoli.
Padre Cornelius Koch (1940-2001), primo promotore dell’Azione posti liberi. Dedicò la sua intera esistenza al sostegno dei profughi. La sua iniziativa fu raccolta e continuata da Guido Rivoir.
Il “Flüchtlingspfarrer” Paul Vogt (1900-84), nel 1942 si era fatto promotore di un’azione simile per accogliere i rifugiati in fuga dal nazismo.
Nel dicembre del 1973 fu lanciato un appello in tutta la Svizzera affinché parrocchie, comuni e cittadini offrissero accoglienza a profughi cileni. L’appello ebbe molto successo: i posti garantiti furono oltre duemila. I primi cinque cileni giunti in Svizzera per iniziativa dell’Azione posti liberi arrivarono il 23 febbraio. Alla fine dell’azione, nel 1976, i profughi cileni portati in Svizzera dall’associazione coordinata da Rivoir sarebbero stati 438 (393 avrebbero trovato asilo in Svizzera, i rimanenti in altri paesi).
Guido Rivoir in Uruguay, tra il 1927 e il 1933. La conoscenza dello spagnolo e della realtà sudamericana ebbero un peso decisivo nella sua azione in favore dei rifugiati cileni.