L’elezione alla presidenza del Cile di Salvador Allende, leader della coalizione di sinistra Unidad Popular, aprì una breve fase (1970-73) in cui un grande paese dell’America latina provò a darsi una costituzione e delle leggi di chiara impronta marxista. A emblema di quella stagione potrebbe essere eletto il celebre manifesto sulla nazionalizzazione delle miniere di rame, simbolo di un Chile che “mettendosi i pantaloni” era pronto a entrare nell’età adulta, gestendo da sé le proprie risorse. In un’epoca di tensione latente quale fu quella della guerra fredda, dello scontro ideologico tra il blocco occidentale e quello sovietico, quel nuovo orientamento politico non fu senza conseguenze e nel giro di soli tre anni Salvador Allende fu deposto da un colpo di stato militare capitanato ad Augusto Pinochet, l’11 settembre 1973.
Il Cile si mette i pantaloni.
Salvador Allende (1908-73), presidente cileno deposto dai militari di Pinochet.
Augusto Pinochet (1915-2006), militare cileno che instaurò una feroce dittatura dopo la deposizione di Allende.
L’assedio del palazzo presidenziale da parte delle truppe di Pinochet (settembre 1973).
La notizia del golpe cileno sui giornali italiani e ticinesi.