Tra i fratelli e le sorelle di Francesco Alberti si segnala soprattutto Maria (1879-1951), più anziana di tre anni e come lui nata quando la famiglia si trovava ancora a Montevideo. Rientrata in patria nel 1883, si sarebbe diplomata in pedagogia a Locarno e avrebbe segnato profondamente la realtà dell’educazione nella Svizzera italiana, importandovi per la prima volta il metodo Montessori. Scrisse il “Diario di Muzzano” (1939) e “La scuola serena di Agno” (1951).
Maria Boschetti Alberti a Bedigliora nel 1915. Sul verso della foto si legge l’autografo: “semplice istantanea presa nel mio orto” (Biblioteca cantonale di Lugano, Fondo Boschetti Alberti).
«Un’autorità scolastica disse ai maestri ticinesi che i “Promessi sposi” possono essere banditi dalle nostre scuole, quale libro di regolare lettura, quale testo. Quell’autorità riferì di essere andata in parecchie Scuole Maggiori e avere domandato ai ragazzi il significato dei “Promessi sposi”. I ragazzi non seppero rispondere […]. Ma quanti, anche adulti, presi così alla sprovvista, avrebbero saputo improvvisare una risposta a quella domanda? E quale era precisamente la risposta desiderata? I “Promessi sposi” sono una grande opera d’arte: hanno quindi in sé elementi disparatissimi, in cui ogni anima trova alimento per sé, anche l’anima degli adolescenti […]. Le nostre bibliotechine scolastiche contano con gran piacere i libri propriamente ticinesi del Chiesa e dello Zoppi, per dirne due soli, che hanno già larga rinomanza anche di là dal confine. Ma stiamo ben in guarda che qualche ombra di quel sentimento nazionalista che reca tante sciagure nel mondo non sia venuta a insinuarsi anche fra noi e cerchi di esaltare i valori di qua del confine politico per il fatto che sono di qua, mentre invita il Manzoni a varcare quel confine…» (Maria Boschetti Alberti, “Corriere del Ticino”, 10 gennaio 1940)