«Per anni e anni, dall’inizio del regime nazionalsocialista, gli uomini ci avevano guardato in modo cattivo, odioso, minaccioso. Alcuni magari con commiserazione e tristezza. Ma nessuno ci aveva mai più sorriso! Ci si scaldò il cuore. Poi, ad un tratto, ci apparve un’abbondanza di doni che erano stati portati per noi: mele, torte, sigarette, in scatole e sacchi disposti in grandi cesti della biancheria» (Federica Spitzer, “Anni perduti”, 133)

Durante il soggiorno nei campi di accoglienza i rifugiati avevano l’occasione di seguire dei corsi organizzati dalle diverse associazioni impegnate nel soccorso ai rifugiati. L’attestato riprodotto in questa pagina certifica la frequenza da parte di Federica Spitzer di un corso di lingua inglese della durata di tre mesi, organizzato dal Service d’aide aux réfugiés civils internés en Suisse sotto gli auspici della Young Men’s Christian Association (YMCA), l’Associazione cristiana dei giovani.

Tessera del “Movimento svizzero per un’Austria libera” appartenente a Federica Spitzer. In vista della fine della guerra i profughi accolti in Svizzera incominciavano a pensare al futuro dopoguerra del loro paese. A partire dalla dichiarazione di Mosca dell’1 novembre 1943, in cui gli Alleati si impegnavano a ristabilire lo Stato austriaco, un gruppo di studenti austriaci dell’Università di Zurigo fondò l’associazione Austria e verso la fine di aprile del 1945 un gruppo di rifugiati diede vita al movimento, di cui anche la Spitzer fu sostenitrice, in favore dell’indipendenza dell’Austria.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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