Nella seduta del 4 marzo 1974 i deputati del Gran Consiglio ticinese decidono di rinunciare alla loro diaria in favore dell’azione di accoglienza dei profughi cileni e invitano il Consiglio di Stato ad arrotondare la cifra fino a 10’000 franchi.

Verbale del Gran Consiglio del Canton Ticino, 4 marzo 1974.

«È nella tradizione del nostro Cantone – sensibile più di altri, forse perché abbiamo subito forme di governo imposte dall’esterno – di aprire le porte a tutti coloro che subiscono persecuzioni e soprusi per le idee politiche in cui credono, quali esse siano purché rispettose della libertà e della dignità umana. Abbiamo accolto, il secolo scorso, gli esuli della vicina Repubblica, abbiamo dimostrato la nostra solidarietà in occasione dei moti di Ungheria e in molti altri casi nel susseguirsi degli anni della tormentata storia del mondo. Non possiamo quindi rimanere insensibili a quanto accade oggi nel Cile. Se non spetta a noi, in questa sede, giudicare chi detiene il potere in quello Stato, è però nostro dovere umano e politico di assistere coloro che per le loro idee avverse sono perseguitati e costretti a cercare la via dell’esilio. Il contributo materiale proposto è modesto; i proponenti sono però convinti che la proposta formulata pesi molto di più dal lato morale. E ne è questa la parte più importante» (Carlo Sganzini, granconsigliere del Partito Liberale Radicale Ticinese, relatore della mozione che fu accolta all’unanimità)

Il “Corriere del Ticino” dell’8 gennaio 1974.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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