«Preliminarmente, si deve riconoscere che il fine della “Azione posti liberi” era ed è esclusivamente di carattere umanitario, in quanto consistente nell’assicurare un rifugio sicuro ai perseguitati cileni presso famiglie svizzere. […] L’intento di prestare concreto soccorso ai profughi perseguitati e alle loro famiglie appare manifestamente onorevole anche alla luce dello spirito della legislazione e delle tradizioni svizzere in questa materia» (Procura pubblica della giurisdizione sottocenerina, “Procedimento penale conseguente al rapporto del 26 aprile 1974 presentato dalla Pubblica sicurezza di Chiasso contro Guido Rivoir & alia”, Decreto di abbandono, 20 dicembre 1974)

Rifugiati cileni accolti in Ticino nel 1974.

Con il decreto di abbandono, il 20 dicembre 1974 la Procura pubblica del Sottoceneri scagionò Guido Rivoir dall’accusa di favoreggiamento all’entrata illegale. L’accusa si basava sul presupposto che, siccome l’entrata in territorio svizzero era avvenuta senza che i cileni fossero al beneficio del visto d’entrata obbligatorio, la stessa dovesse considerarsi illegale (art. 23 della “Legge federale sulla dimora e il domicilio degli stranieri”). A stretti termini di legge si sarebbe dovuto considerare illegale, quindi, sia il contributo fattivo di Rivoir all’entrata dei cileni, sia la cosiddetta “Azione posti liberi”. Nel suo decreto di abbandono la procura insisté sul carattere umanitario dell’azione di Rivoir, tornando a sollevare un tema ‒ quello del conflitto tra rispetto della legge e spinta umanitaria ‒ che si è presentato spesso nel corso della storia e che continua a riproporsi tuttora.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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