La villa fatta costruire nel 1905 dall’imprenditore ticinese Emilio Maraini sul colle romano del Pincio, su progetto del fratello Otto, grazie all’azione di Carlo Sommaruga durante la guerra ospitò in segreto numerosi rifugiati, assieme agli archivi della Legazione svizzera. Al termine del conflitto la contessa Maraini-Sommaruga donò l’edificio alla Confederazione per ospitarvi l’Istituto svizzero di Roma.
Villa Maraini nei primi anni del Novecento (Archivio dell’Istituto svizzero di Roma).
Una delle dichiarazioni di extraterritorialità grazie alle quali Carlo Sommaruga riuscì a nascondere ebrei e altri fuggitivi a Villa Maraini e in un appartamento romano di sua proprietà (Archivio federale svizzero, Fondo Cornelio Sommaruga).
«Ieri con un ultimo camion di sgombero della Permuta ho fatto trasportare a Roma Teresa Paluselli coi quattro bambini. Sono arrivati tutti bene e sono installati nei locali di servizio alla Villa: ho fatto anche trasportare buona parte dei mobili […]. Certo se la Zia sapesse quanto ho speso per i due camion (Lire 35’000!) mi ammazzerebbe: io invece continuo la mia strada» (6 dicembre 1943)
«Ci sono molti altri bambini che si potrebbero soccorrere. Di quando in quando do alla Signora Municchi qualche cosa (latte in polvere, ecc.). Anche per la più piccola Paluselli vorrei dare qualche indumento: dove posso prendere? Intanto le faccio avere qualche goccio di latte che prendevo io e le do un po’ di latte in polvere. In ogni modo ai Paluselli non manca nulla perché il fattore e io abbiamo provveduto» (7 dicembre 1943)