«Quando non sarò più fra voi, ognuno potrà attingere a quei ricordi che abbiamo accumulato insieme, la voce interiore che ascolterete sarà la nostra storia, e voi giovani sarete tanto più ricchi, se potrete attingere senza riserve a quel serbatoio incomparabile che è il passato. […] che i vostri figli, ormai adulti, sentano aleggiare attorno a loro quest’atmosfera e ne prendano esempio» (Anna Maria Valagussa, testamento spirituale, febbraio 1996)
Anna Maria Valagussa con i figli, nella casa di famiglia sul Monte Ceneri, nell’estate del 1941.
«L’aridezza del mondo ci porta a questo, il correre continuo, e non avere il tempo di pensare le migrazioni e le immigrazioni. Dove ha l’uomo di oggi la sua dimora? Là dove lungamente ha vissuto, dove si sente a suo agio, dove il clima gli è favorevole, dove non ha nostalgia, dove non ha difficoltà di linguaggio e di cultura, dove vive e dove ama…» (Anna Maria Valagussa, lettera alla nipote Lavinia Sommaruga, marzo 1996)