«Apprezzai in modo particolare la tolleranza e la disponibilità dei ticinesi nei miei confronti quando mi misi ad imparare la lingua italiana» (Federica Spitzer, “Anni perduti”, 142)

Lettera dell’ufficio cantonale degli stranieri in cui si concede la proroga per il permesso di lavoro dal 30 giugno al 21 dicembre del 1947.

A partire dal secondo dopoguerra la Confederazione adottò un regime dei permessi di soggiorno e una politica migratoria fortemente controllata dalle autorità federali e frutto di accordi bilaterali conclusi con i diversi stati interessati nelle dinamiche migratorie. Anche eventuali trasferimenti di domicilio, come nel caso del documento qui riportato, o cambiamenti nel posto di lavoro andavano autorizzati dal Dipartimento cantonale di polizia previa richiesta scritta.

Per qualche tempo Federica Spitzer lavorò come segretaria del baron von Thyssen nella celebre pinacoteca di Castagnola. In seguito fu anche assistente del Conte Ivan von Batthyany e del direttore d’orchestra Hermann Scherchen.

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Federica Spitzer

(Vienna 1911 – Lugano 2002), di origine ebraica, scelse volontariamente la deportazione a Theresienstadt per salvare la vita dei suoi genitori. Scampata alla Shoah, testimoniò ai giovani delle scuole ticinesi l’orrore del Lager, ma anche l’irriducibile forza di resistenza degli esseri umani.

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Marietta Crivelli Torricelli

(Lugano 1853 – 1928), fondatrice della “Società di mutuo soccorso femminile”, delle “Case del soldato” e di numerose altre iniziative filantropiche, per tutta la vita si dedicò con energia e abnegazione ai bisognosi, tanto da essere soprannominata e nota in tutto il Cantone come la “Mamma dei poveri”.

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Francesco Alberti

(Montevideo 1882 – Bellinzona 1939), sacerdote cattolico, direttore del quotidiano «Popolo e Libertà» e amico di don Luigi Sturzo, fu tra i primi nel Canton Ticino a denunciare con fermezza le colpe e i pericoli del fascismo, nonché i soprusi della guerra di Spagna e di ogni totalitarismo.

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Carlo e Anna Maria Sommaruga

Carlo Sommaruga (Lugano 1902 – Roma 1955), diplomatico svizzero, a rischio della vita diede protezione a famiglie ebree perseguitate dai nazifascisti, ospitandole nella sua casa romana e a Villa Maraini. Sua moglie Anna Maria Valagussa (Roma 1905 – 1998), infermiera della Croce Rossa, si spese per aiutare rifugiati italiani riparati in Svizzera, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale, politica o confessionale.

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Guido Rivoir

(Champdepraz 1901 – Lugano 2005), pastore valdese, antifascista e generoso sostenitore di persone in difficoltà, dopo il colpo di stato che depose nel 1973 il presidente Allende e inaugurò la dittatura di Pinochet fu tra i più convinti sostenitori dell’azione “Posti liberi per i rifugiati cileni”.

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